Gaetano Trezza tra Verona e Firenze. Memoria culturale e parabola intellettuale di un letterato-filosofo
Abstract
Dopo un’iniziale indagine sulla presenza di Gaetano Trezza (1827-1892) nella memoria pubblica locale e nazionale (odonomastica cittadina, epigrafia, iconografia…), viene ripercorsa la vita del prete spretato veronese e apostolo del positivismo correlandola con l’opera. Si enucleano poi alcune linee e aspetti del pensiero critico e storiografico trezziano: l’antimedievalismo, inquadrabile nella sua teoria delle «intermittenze storiche»; la concezione della storiografia letteraria come una «morfologia storica» plasmata dalla selection darwiniana; il metodo comparativo come antidoto all’eruditismo e al filologismo; il «realismo». Aspetti e interessi che indussero Benedetto Croce a dirlo un “ingegno” e un “animo” non “comune”, pur nell’oblio rapidamente calato sulla sua opera a seguito della reazione antipositivistica di primo Novecento. In Appendice, una rassegna bibliografica della letteratura secondaria relativa a Gaetano Trezza censisce tutti i contributi noti usciti dal 1862 a oggi.
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