La coltivazione del riso nel Veronese: un precoce tentativo nel 1506

Claudio Bismara

Abstract


È ormai assodato come l’introduzione e la iniziale diffusione della coltivazione del riso nel veronese risalga agli anni Venti del xvi secolo, dapprima nell’area di Palù di Zevio e poi nella Bassa veronese, in quel di Gazzo e Roncanova. Ma un nuovo documento mostra come una proposta in tal senso venne avanzata al Consiglio cittadino di Verona già agli inizi del 1506 da tale Calosio, un brianzolo immigrato a Verona, il quale magnificò i benefici che potevano derivare dalla nuova coltura, come avveniva altrove, chiedendo in cambio dell’approvazione l’esclusiva per alcuni anni. La sua proposta, avanzata in anni di difficoltà negli approvvigionamenti annonari, suscitò evidentemente il vivo interesse da parte delle autorità locali, che approvarono l’idea in pochi giorni e a larga maggioranza. Non vi sono però al momento evidenze che la sua proposta abbia avuto un qualche seguito pratico immediato. Con ogni probabilità, i significativi investimenti per opere di canalizzazione idraulica necessarie alla risicoltura e, soprattutto, le vicende della guerra di Cambrai a Verona fra 1509 e 1517 ebbero un ruolo decisivo nel rallentare questo processo e nel frattempo il proponente venne a mancare. Si conferma, comunque, il ruolo chiave che ebbero gli immigrati lombardi trapiantati in riva all’Adige nell’introdurre nel Veronese la coltura del bianco cereale.


Parole chiave


Risicoltura; Verona; XVI secolo

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Studi Veronesi
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