I castelli di Marano e Castelrotto: nuovi dati archeologici

Fabio Saggioro, Chiara Marastoni, Chiara Paganotto

Abstract


Villaggi e castelli costituiscono tra IX e XIII secolo in Valpolicella un’ossatura di una densa trama di abitati, a cui si affiancano centri di minori dimensioni, come i casali o alcuni piccoli nuclei sparsi. Pur se ampiamente studiato sul versante storico, allo stato attuale l’insediamento fortificato di quest’area è poco noto delle caratteristiche materiali o delle morfologie, mentre esigerebbe una prospettiva d’analisi archeologica che contempli le funzioni e il contesto territoriale del manufatto, nonché il significato sociale dello spazio fortificato. Attraverso i casi di Marano (di cui si presentano i risultati di uno scavo) e di Castelrotto (con l’analisi delle murature), si può concludere come dal punto di vista archeologico rimane incerta l’origine di queste fortificazioni che le fonti scritte collocano attorno al X secolo e legate a funzioni di popolamento, così come la loro struttura originaria. Per i secoli seguenti gli elementi che maggiormente definiscono questi insediamenti sembrano legarsi a una manifestazione del potere, attraverso la distinzione di spazi tra una sommità e un pianoro, altrimenti definibili più opportunamente “corte alta” e “corte bassa” e, limitandoci al XIII secolo – e/o forse alla seconda metà del XII –, una distinzione topografica interna, forse orientata verso una netta bipartizione e/o a un mutamento funzionale della struttura.


Parole chiave


Insediamento; Incastellamento; Castelli

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