Un processo di epurazione all’Università di Bologna: il caso di Luigi Simeoni (1945-1947)
Abstract
La vicenda dell’epurazione dello storico veronese Luigi Simeoni (1875-1952), docente all’Università di Bologna tra il 1927 e il 1950, è nota nelle sue linee generali, con un primo allontanamento dall’insegnamento universitario (giugno 1945) e il successivo reintegro (marzo 1947). Non è però mai stata approfondita la posizione politica effettivamente assunta dallo storico, in particolare nel passaggio alla Repubblica Sociale Italiana. Il fascicolo personale di Luigi Simeoni del fondo del Ministero della Pubblica Istruzione permette di indagare sulla sua posizione verso il fascismo repubblichino. Dalla documentazione emergono in particolare due episodi risalenti al 1944 che illustrano una mutata condotta dello storico nei confronti del regime: la presa di posizione contro la revoca dell’insegnamento a Giovanni Natali, colpevole di non essersi iscritto al Partito Fascista Repubblicano, e il contributo dato nella distruzione dell’archivio della brigata bolognese di Giustizia e Libertà per proteggere due suoi collaboratori, inservienti della biblioteca universitaria. Complessivamente, emerge come l’adesione al regime da parte dello storico evolva in un progressivo distacco dal fascismo di Salò.
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