Istruzione e biblioteche carcerarie all’indomani dell’Unità d’Italia. Alcune riflessioni sul caso di Legnago (1870-1875)
Abstract
All’indomani dell’Unità nelle carceri e nei luoghi di pena del neonato regno d’Italia iniziarono a diffondersi scuole e biblioteche, intesi dalle autorità dell’epoca – supportati da un effervescente dibattito tra i cultori delle discipline carcerarie – come strumenti in grado agevolare la redenzione dei detenuti nel corso dell’espiazione delle condanne comminate. Il presente contributo si pro- pone di inquadrare la genesi, i momenti cronologici e le basi ideologiche delle biblioteche carce- rarie italiane alla luce di fonti bibliografiche coeve, esemplificandole nelle vicende del piccolo car- cere mandamentale di Legnago (Verona) alla luce di una corposa documentazione archivistica. In questo case-study la fugace esperienza della biblioteca carceraria del locale tribunale, avviata grazie all’impulso filantropico del maestro elementare Carlo Marcati, fa emergere le macroscopiche criticità dell’assioma carcere-scuola-biblioteca, affidato quasi sempre all’iniziativa privata, per lo più privo di finanziamenti statale, il più delle volte mal tollerata e sottoposta ad una pressante controllo dall’autorità giudiziaria.
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