La cosiddetta torre Fiorina in piazza Nogara (Verona): novità e precisazioni documentarie

Abstract

I pochi resti di una torre, tradizionalmente indicata come torre Fiorina, sono visibili negli scantinati dell’edificio scarpiano della Banca Mutua Popolare di Verona (ora Banco BPM) in piazza Nogara a Verona. Attraverso la documentazione d’archivio e alcuni spunti desumibili dalla relazione inedita di uno scavo archeologico condotto negli anni Novanta del secolo scorso, si è potuto fare chiarezza sui dati bibliografici stratificatisi nel tempo affrontando i problemi di identificazione e datazione nonché le vicende proprietarie ed edilizie tra XIII e XVIII secolo. La torre in questione potrebbe coincidere con due torri documentate in quel sito rispettivamente nell’alto e nel basso medioevo, mentre se ne può escludere l’origine romana. Rimane allo stato di ipotesi che la torre fosse proprietà della famiglia Zerli nel XIII secolo; mentre si ipotizza che alla fine del xiv secolo rientrasse tra i beni dello scultore Giovanni di Rigino, da cui sarebbe passata alla nipote suor Verde e quindi al Convento di Santa Maria della Scala all’inizio del Quattrocento. Quest’ultimo la concesse in livello per oltre un secolo alla famiglia Bertazzoli, quando, alla metà del Cinquecento, venne acquistata dalla famiglia Palton che ne mantenne la proprietà sino alla fine del XVII secolo. Nel Settecento l’edificio pervenne alla famiglia Locatelli, che lo adibì a stalla a servizio del suo palazzo; conobbe quindi ulteriori interventi e demolizioni nel corso dei due secoli successivi, sino allo stato attuale. La torre, chiamata nella documentazione semplicemente torrazzo, assunse il nome di torre Fiorina alla fine del XVIII secolo a causa di un errore in cui incorse l’erudito Giovanni Battista Biancolini.