Giochi di specchi. Romeo e Giulietta tra istoria e novella nella Verona del XVIII secolo (prima parte)
Abstract
Attraverso l’analisi di testi e documenti veronesi e inglesi, il contributo evidenzia come già nel xviii secolo esistesse e fosse tramandata una “memoria veronese” delle vicende di Romeo e Giulietta e dei loro luoghi, sulla base della cinquecentesca Istoria di Verona di Girolamo Dalla Corte. La prima attestazione della tomba di Giulietta si deve infatti al resoconto di viaggio di John Breval del 1726, ben un secolo prima che i viaggiatori romantici dell’Ottocento, sulla scia di Shakespeare, ne riferiscano nei loro scritti, decretandone la fortuna. Attraverso Breval, le vicende e i luoghi dei due amanti vengono accreditati come “fatti storici” nei testi inglesi dei maggiori editori e critici shakespeariani dell’epoca. A Verona, invece, il silenzio di Scipione Maffei evidenzia come i fatti di Romeo e Giulietta fossero, per ragioni di gusto, banditi nei circoli della più avveduta nobiltà, mentre gli scritti di Giambattista Biancolini suggeriscono come essi continuassero a circolare, come “novella sentimentale”, in un contesto borghese, ma colto e informato della storia cittadina. Nella fortuna di Romeo e Giulietta si specchiano quindi le due diverse anime della società veronese, destinata a una profondo e radicale mutamento nella seconda metà del secolo.
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