Un prete “sovversivo”: don Vincenzo Brugnoli (1897-1986)
Abstract
Don Vincenzo Brugnoli, coadiutore del parroco di Negrar, pronuncia dal pulpito della chiesa di San Peretto parole duramente critiche nei confronti del fascismo (1930). Ne disapprova le tendenze totalitarie ed in particolare la pretesa di esercitare un vero e proprio monopolio in campo educativo. Sottoposto a processo, viene assolto, ma è allontanato dal Veronese. Nel 1932, rientra, ma a Bovolone, dove resterà per un trentennio. Sempre sorvegliato dalla polizia, non manifesta esteriormente le sue convinzioni, ma le mette in pratica, aiutando coloro che si oppongono al fascismo. Sulla base di fonti di stampa e soprattutto archivistiche, viene qui esaminata la discriminazione di cui è fatto oggetto, che non è un caso isolato, ma una vicenda analoga a quella di altri sacerdoti della Valpolicella.
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