La produzione vinaria dalle fonti archeologiche nella Valpolicella di età romana
Abstract
Esame dei principali rinvenimenti connessi alla pigiatura delle uve e all'essicazione dei prodotti agricoli nella Valpolicella romana. Tra i resti della pars rustica di una villa scoperta in località Mattonara presso San Pietro in Cariano è stato rinvenuto un dolio interrato, la cui funzione era quella di contenere il mosto durante il processo di fermentazione. Sempre nelle vicinanze di San Pietro, una piccola vasca all'interno delle strutture della villa in località Ambrosan era verosimilmente destinata alle attività di pigiatura dell'uva. La spremitura dei grappoli poteva avvenire sia manualmente nei calcatoria sia meccanicamente nei torcularia. La presenza di numerosi contrappesi da torchio rinvenuti nel territorio veronese sembra suggerire che entrambi questi sistemi di pigiatura erano impiegati in Valpolicella. Da notare, infine, la scoperta di alcuni ambienti ipocausti interrati in località Ambrosan: potrebbero essere stati usati per favorire la fermentazione del vino a temperature costanti, oppure per essiccare le uve destinate alla produzione del celebre passito veronese noto con il nome di vinum Acinaticium.
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