I materiali campignani nelle raccolte De Stefani nel Museo Civico di Storia Naturale di Verona

Alessandra Aspes, Mauro Calattini

Abstract


Dagli scavi di Stefano De Stefani, condotti alla fine del XIX secolo nella Lessinia occidentale, tra Breonio e Sant’Anna d’Alfaedo, provengono numerosi materiali di tipo campignano, ora conservati in diverse sedi museali. Altri materiali di questo genere vennero scavati nelle stesse località nel corso del XX secolo da Raffaello Battaglia e Francesco Zorzi. I materiali sono raggruppati, analizzati e descritti secondo i siti di rinvenimento, nell’intento di fornire elementi per la definizione di una cronotipologia di questi manufatti, assente per l’area veneta, in confronto con quella pugliese. L’analisi mette in luce come allo stato attuale l’unico elemento che può fornire una collocazione cronologica è la presenza di numerosi foliati sessili a ritocco bifacciale che in Puglia non compaiono prima dell’Eneolitico. Facendo riferimento all’unica sequenza conosciuta, quella pugliese, i manufatti indagati sono attribuibili a industrie posteriori all’inizio dell’Eneolitico, ma non è possibile per ora precisarne il limite più recente.


Parole chiave


Campignano; Stefano De Stefani; Raffaello Battaglia; Francesco Zorzi; Museo Civico di Storia Naturale di Verona; Eneolitico

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