L’impiego del marmo di Sant’Ambrogio nella costruzione delle pile da riso
Abstract
Il marmo rosso, detto di Sant’Ambrogio dalla località della Valpolicella nella quale era estratto, trovava impiego, oltre che nella costruzione di chiese e palazzi, anche nelle pile della media e bassa pianura Veronese e del contiguo territorio mantovano nelle quali si brillava il riso. Appunto in cavità (buche) ricavate in monoblocchi di tale materiale venivano decorticati i semi del cereale per renderlo adatto al comune consumo. Sempre nell’ambito delle pile, ma anche in altri manufatti idraulici, trovava impiego anche la pietra bianca “di Prun” per pavimenti, chiaviche, paratoie, ecc. Il commercio, il costo e le caratteristiche di questi manufatti sono documentati attraverso specifici riferimenti ad alcuni contratti, soprattutto ottocenteschi, stipulati fra ditte di Sant’Ambrogio (Maggi, Ferrari, Zorzi) e ricchi proprietari terrieri della pianura (Pindemonte, Recanati, Lion-Cavazza, ecc.). Tre di tali contratti sono poi riportati in un’apposita appendice.
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