L'abitato di Ponton sul finire del Settecento in una mappa di Luigi Trezza

Giuseppe Conforti

Abstract


A pochi mesi dalla scomparsa del padre Sebastiano, Alvise I Mocenigo commissiona al pubblico ingegnere, nonché architetto, Luigi Trezza un rilievo delle possessioni di famiglia situate nei pressi di Ponton. I rilievi cominciano il 21 dicembre 1795 e terminano il 20 agosto 1796 e vengono riassunti una grande mappa che contiene riferimenti ad altre proprietà Mocenigo nei dintorni, ossia a Volargne, San Giorgio Ingannapoltron e Santa Lucia di Pol. La mappa è realizzata con un moderno approccio planimetrico e una grande precisione nei dettagli che consente di ricostruire l'aspetto dell'abitato di Ponton a fine Settecento. Si trattava di un insediamento di struttura lineare, con corti chiuse prospicienti la strada per Pescantina e viottoli di collegamento con la strada alzaia per il traino delle chiatte commerciali. Dalla mappa si coglie con precisione l'assetto del porto fluviale nella località Caovilla per il carico e scarico di marmi e legnami, nonché il traghetto costituito da una fune tesa tra le sponde ed una chiatta per il transito. Il centro del paese vede l'accorpamento delle corti sul lato orientale della strada e il fulcro della chiesa di Santa Maria Maddalena con casa a corte di proprietà Mocenigo. Adiacente alla chiesetta era documentato a partire dal 1456 un piccolo ospitale collegato al porto fluviale da un viottolo che rendeva agevole l'accesso a pellegrini e viandanti in viaggio sul fiume. La mappa documenta la ruota idrovora di Sagramoso Sagramosi che serviva ad irrigare dieci campi nelle vicinanze. Il rilievo di Trezza censisce con precisione tutte le proprietà situate nel centro del paese abitate per lo più da lavorenti. La chiesa parrocchiale, rivolta verso il fiume, attesta la preminenza della via d'acqua per l'economia di Ponton. La casa dominicale dei Mocenigo, meglio nota come villa Nichesola, è censita con accuratezza e permette di distinguere le due porzioni di giardino terrazzato, la grotta artificiale, il palazzo, la scuderia, l'abitazione del gastaldo. Il brolo che si estendeva ad est risulta composto da 36 campi, suddivisi in quattro settori. I beni di Ponton erano arrivati ai Mocenigo nel 1683 per lascito testamentario di Sebastiano Michiel, la cui figlia era sposa di Alvise IV Mocenigo. Scipione Maffei che vi era passato nel 1732 ricorda grandi viali di cipressi (non presenti nella mappa) e il ciclo di affreschi di Paolo Farinati. Complessivamente i Mocenigo detenevano nell'area attorno a Ponton ben 502 campi (152 ettari). Gran parte dei terreni erano coltivati ad arativo vitato con morari, ossia frumento e mais alternati a filari di gelsi e di vigne. Tutte le proprietà dei Mocenigo a Ponton e dintorni vennero cedute per 45.000 ducati al borghese Lorenzo Butturini nel 1798, per essere reinvestiti nella bonifica delle possessioni nei pressi di Portogruaro, dando vita alla cittadella agraria di Alvisopoli, dal nome del suo propugnatore.


Parole chiave


Luigi Trezza; Alvise Mocenigo; Famiglia Mocenigo; Famiglia Sagramoso; Ponton; Porto fluviale

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