Preti e benefici in tre pievi della Valpolicella a metà del Trecento
Abstract
La documentazione riguardante la chiesa veronese anteriormente alla metà del Trecento risulta assai scarna; a partire dall’episcopato di Pietro della Scala (1350-1387) permette di sviluppare un discorso analitico, anche se molto frammentario, su pievi, parrocchie e clero della diocesi. La situazione veronese sembra accentuare un’esasperazione di fenomeni diffusi: un controllo particolarmente incisivo dei benefici ecclesiastici rurali da parte del clero urbano, e più in specifico da parte dell’ambiente di corte e di governo; un abbandono sistematico della residenza e un sensibile controllo della curia episcopale sull’amministrazione delle pievi. Questo profilo generale viene valutato alla luce della documentazione relativa a tre pievi della Valpolicella (San Giorgio, San Floriano e San Pietro). Nell’omogenea subalternità al mondo della chiesa urbana, col divorzio ormai generalizzato tra sistema beneficiale e pratica pastorale, si rilevano sfumature diverse nelle istituzioni ecclesiastiche della Valpolicella di metà. Il capitolo di San Floriano appare fortemente legato al potere scaligero, diversamente da quanto si riscontra nelle due altre sedi prese in esame. Ma le differenziazioni più significative vanno cercate nel diverso rapporto tra preti e chiese nelle ville dell’alta collina con una maggior “tenuta” della pieve di San Giorgio e con un maggior peso di comunità rurali più compatte.
Parole chiave
Full Text
PDFRefback
- Non ci sono refbacks, per ora.
Copyright (c) 2018 Paola Fresco, Gian Maria Varanini
Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella
Via Vaio 25 - 37022 Fumane (VR) - info@cdsv.it
c.f.: 93003980237
La digitalizzazione dell'Annuario Storico della Valpolicella è stata realizzata con il contributo di: