Vita religiosa in Valpolicella nella visita di Ermolao Barbaro

Abstract

Lo studio consiste in un’indagine sulla vita religiosa nella Valpolicella intorno alla metà del secolo XV che utilizza come fonte principale gli atti relativi alle visite pastorali, compiute dal vescovo di Verona Ermolao Barbaro tra gli anni 1456-1458, integrati quindi dalla testimonianza di testamenti coevi. In particolare vengono esaminate le risposte agli interrogatori dal vescovo condotti nelle parrocchie secondo un canovaccio predisposto che tende a verificare lo stato delle chiese, dei benefici, dei lasciti; la preparazione e la condotta dei sacerdoti; la partecipazione ai sacramenti dei parrocchiani e i loro vizi specie per quanto riguarda concubinaggio, adulterio, bestemmia, usura, gioco d’azzardo, inimicizie, credenze e superstizioni.  Dai dati forniti nelle testimonianze dei parroci e dei maggiorenti locali emerge una situazione strutturale degli edifici  chiesastici  tutto sommato positiva che rispecchia pure la voglia di parrocchialità e l’affetto misto ad orgoglio delle popolazioni, anche dei centri minori, per le proprie chiese; il giudizio sui sacerdoti è in genere benevolo; la partecipazione dei fedeli ai sacramenti soddisfacente. Per quanto riguarda infine i peccati ricorrenti, si ha l’impressione che i parroci tendano un po’ a minimizzare, ma in ogni caso non manca la segnalazione di pratiche superstiziose, di strigarìe, di sortilegi.