Due iscrizioni di seviri e nuovi documenti epigrafici della Valdadige
Abstract
Analisi di due stele funerarie provenienti da Avio (CIL V 4008-4009). I due monumenti, originariamente pertinenti alla medesima struttura, marcavano le sepolture di quattro individui: L. Aufillenus Ascanius, il suo suocero T. Catius Docimus, e le rispettive consorti, Catia Rhoda e Cluvia Petale. Sia Ascanio sia Docimo avevano ricoperto la carica di sevir, che apparteneva ai membri di un collegio sacerdotale preposto al culto del genius dell'imperatore o, in alternativa, dell'imperatore stesso, nel caso quest'ultimo fosse già defunto e divinizzato. Particolarmente interessante è l'espressione VI VIR II CLA(udialis) ET AVG(ustalis), che compare nell'iscrizione di Ascanio. Il numerale II dovrebbe indicare l'avverbio bis, e non iterum, come a volte si è pensato. Ascanio voleva probabilmente porre l’accento sul fatto di essere stato sevir in due collegi diversi, uno dedicato a Caludio e l'altro ad Augusto, e non due volte sevir di Claudio e una volta di Augusto. Si segnalano, in conclusione, due iscrizioni funerarie inedite da Rivoli Veronese e da Peri. La prima è una lastra con i nomi di due coniugi, C. Domitius Clemens e Domitia Secunda; la seconda è il frammento angolare superiore destro di una stele, dove sopravvive solamente l'espressione vivus fecit.
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