L’«adtributio»: come una popolazione autoctona diviene romana
Abstract
Esame dei vari significati che gli studiosi moderni hanno dato all'adtributio, istituto giuridico romano che regolava i rapporti tra alcune città del nord Italia e diverse popolazioni dell'area alpina che non godevano della piena cittadinanza, come gli Anauni, i Sinduni e i Tulliasses. È opinione comune che l'adtributio ponesse queste genti sotto la giurisdizione dei magistrati municipali, i quali erano chiamati a decidere in merito alle questioni giuridiche più importanti. Allo stesso tempo, però, le comunità adtributae godevano di un'ampia autonomia amministrativa, che esonerava lo stato centrale dall'ingrandire eccessivamente il suo apparato burocratico. Sembra comunque da escludere che un rapporto di adtributio regolasse i rapporti tra il municipium di Verona e gli Arusnates. Quest'ultimi erano infatti organizzati in un pagus, ovvero un istituto amministrativo tipico delle piccole comunità rurali, i cui membri mantenevano lo stesso status giuridico degli abitanti della città nel cui ager il pagus si trovava.
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